Aggiornamenti – Sostegno alle attività di prevenzione della diffusione del Covid-19 a Gaza

     

AGGIORNAMENTO CONTAGI A GAZA AL 07 SETTEMBRE 2020

Il 24 agosto 2020 è stato annunciato dal Ministero della salute di Gaza che ben quattro abitanti di Al Maghazi, un campo profughi ad alta densità di popolazione sono risultati positivi al tampone COVID-19.
Fino ad allora, nonostante le difficoltà, il governo di Hamas era riuscito ad arginare il proliferare dell’epidemia col blocco ai varchi di Erez e Rafah e istituendovi i centri di quarantena e i prelievi per i tamponi; tuttavia, pare che questo non sia risultato sufficiente ad impedire l’ingresso del virus all’interno della Striscia, notoriamente sovraffollata. Una donna che voleva visitare la figlia ricoverata in ospedale a Gerusalemme è stata respinta dalla sicurezza israeliana al varco di Erez e fatta rientrare nella Striscia, in attesa di un permesso per il giorno successivo, è rientrata a casa anziché sostare nel posto di quarantena e, evidentemente contagiata, ha infettato velocemente la famiglia. La sua positività è stata accertata solo al suo arrivo in ospedale a Gerusalemme e comunicata in ritardo.

In un territorio in cui le condizioni igieniche e il sistema sanitario presentano notevoli deficit e in cui una popolazione di circa due milioni di persone è stipata in soli 360 km2, alla diffusione del virus non potrebbero che seguire scenari molto preoccupanti. Per tale ragione è già stato dichiarato lo stato d’emergenza e imposto un lockdown dalle autorità della Striscia. Alla situazione di per sé precaria si è aggiunta la scelta del governo israeliano di avviare il blocco all’ingresso del carburante utilizzato per l’alimentazione della sola centrale elettrica gazawa (già di per sé insufficiente a soddisfare i bisogni minimi della popolazione). Come se non bastasse, inoltre, il governo di Netanyahu, a seguito di alcuni attacchi subiti da parte di Hamas nei giorni scorsi, ha replicato ordinando raid aerei.

Come sempre accade, a farne le spese è la popolazione civile gazawa che rischia di vedersi sottrarre le già scarse cure ospedaliere, il trattamento delle acque e la gestione del sistema fognario.
L’assenza di energia elettrica sta già costringendo gli ospedali, a corto di riserve di carburante, a interrompere prematuramente le cure di molti pazienti per prepararsi ad un’eventuale ondata epidemica.

(da Il Manifesto – 26 agosto 2020)

Ad oggi (07/09/2020), il sito del ministero della salute palestinese riporta i seguenti casi:

7 settembre

1151 casi di cui 1054 positivi e 89 guariti

I morti ad oggi sono 8.

1857 PRC test fatti

31agosto

356 casi di cui 280 positivi  e 72 guariti e 4 morti

670 PRC test fatti

28 agosto

221 casi di cui 146 positivi  e 72 guariti e 3 morti

 

AGGIORNAMENTO AL 27 MAGGIO 2020

Brutte notizie da Gaza: aumentano i casi di Covid 19.

Il primo morto, 58 casi totali, 18 guariti, 39 positivi ricoverati all’ospedale di Rafah.

Si tratta di persone che rientrano da Rafah, ammassate per giorni al confine prima di poter entrare, sottoposte a quarantena poi. Il rischio che si corre oltre a quello di falsi negativi è la saturazione dei posti di cura e quarantena.

Hamas ha fissato un massimo di 1000 ingressi al giorno da Rafah (Egitto), in ragione della capacità di somministrazione di tamponi giornaliera.

Quei pochi che entrano da Erez (Israele), prevalentemente Israeliani o lavoratori di Nazioni Unite o ONG, devono fare il tampone prima di entrare (non più di 24 ore prima) e poi mettersi in quarantena al confine o in una casa adeguata,  per 21 giorni

La nostra raccolta fondi è arrivata a 5622 euro. 

Abbiamo distribuito i primi 530 kit alle famiglie, tra il 4 e il 6 maggio e ulteriori 530 kit tra il 18 e il 21 maggio, per un totale di 9400 euro

AGGIORNAMENTO AL 15 MAGGIO 2020

Fondi raccolt: 5213 euro 

Distribuito i primi 530 kit alle famiglie,  tra il 4 e il 6 maggio.

Fiduciosi del sostegno che ci è stato dimostrato, abbiamo ordinato ulteriori 530 kit che saranno distribuiti tra 18 e il 22 maggio ai lavoratori di Beit Lahya e alle loro famiglie.

AGGIORNAMENTO AL 4 MAGGIO 2020

Fondi raccolti: 3274 euro

Avviata la distribuzione dei primi dispositivi di protezione: mascherine, disinfettanti, saponi.

Nelle foto, Sala grande di Green Hopes, il personale di ACS e AISHA distribuisce i kit alle famiglie di Al Nada.