Intervista a Laura e Giulia

Laura e Giulia hanno terminato il proprio anno di servizio civile presso ACS (2019-2020). Con il loro servizio hanno accompagnato decine di giovani del territorio della provincia di Padova in attività volte alla sensibilizzazione e alla promozione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).

Nell’intervista di seguito Laura racconta i momenti cruciali della propria esperienza passando il testimone alla nuova giovane leva di ACS, Loris (SC 2020-2021).

 

  • Come mai hai deciso di aderire al servizio civile e perché hai scelto proprio il settore della cooperazione internazionale e dell’educazione alla cittadinanza globale?

 

L: Ho deciso di aderire al servizio civile perché vedevo in questa esperienza, non solo un’opportunità di crescita personale, ma anche un’occasione di avvicinamento ad un contesto lavorativo che metteva insieme cooperazione internazionale ed educazione: due ambiti che da sempre mi stanno a cuore. Ho studiato  scienze politiche, relazioni internazionali e diritti umani in triennale e antropologia e storia alla magistrale, quindi il mondo delle associazioni e delle ONG era sempre stato il faro che vedevo all’orizzonte e verso cui volevo dirigermi.

In più conoscevo già ACS grazie ad uno stage universitario che mi aveva dato l’opportunità di conoscere e lavorare al fianco di Tatjana [al momento capoprogetto di GHG] in un lavoro di progettazione. Ero rimasta colpita dalla caparbietà e dallo spirito di sacrificio dei componenti dell’associazione, quindi, quando ho letto dal bando che potevo vivere un’esperienza di un anno in ACS ho colto subito la palla al balzo.

 

  • Quali erano le tue aspettative inizialmente? È andato tutto secondo i piani o ci sono state sorprese cammin facendo?

 

L: In realtà all’inizio non sapevo quanto del tempo a disposizione sarebbe stato destinato  effettivamente all’ambito educativo. È stato bello scoprire in fieri che questo avrebbe occupato la porzione più cospicua del servizio. Così ho potuto seguire Marianna, Stefania e altre educatrici, non solo in aula, ma anche durante tutta la fase preliminare di preparazione e progettazione dell’approccio didattico-educativo. Sono state stupende! Anche quando avrebbero potuto accorciare i tempi facendo direttamente loro, non avevano paura di sprecarsi: con tantissima pazienza mi si mettevano accanto  e, dopo spiegazioni, correzioni e ammonimenti, terminavano il lavoro solo dopo essersi accertate che avessi imparato qualcosa. Quando compili la domanda per il servizio civile sai che lavorerai su un determinato settore, ma non immagini quanto potrai imparare davvero!

Ah! Stavo dimenticando la sorpresa più grande: non sapevo che al mio fianco avrei avuto una compagna d’avventura! La presenza di Giulia è stata fondamentale. Al di là della bellissima amicizia che è nata (e che ovviamente non è terminata alla fine del servizio), le sono grata perché ha contribuito alla mia crescita personale e professionale. Grazie a lei ho potuto imparare tantissimo: dove non arrivavo io, arrivava lei; dove non arrivava lei, arrivavo io. Siamo abituati ad immaginare la formazione sempre e solo come un processo dall’alto al basso; il rapporto con Giulia mi ha insegnato che puoi imparare altrettanto da una tua pari che, pur inciampando come te di continuo, non si stanca mai di tirarti su ogni volta che ti vede a terra.

 

  • Nel progetto avevi un ruolo specifico? Di cosa ti sei occupata?

 

L:  All’inizio eravamo convinte che ci sarebbe stata una separazione più netta dei compiti: io mi sarei occupata di più dell’aspetto educativo, mentre Giulia avrebbe seguito di più la controparte relativa alla comunicazione e alla diffusione dei contenuti. Per quanto in linea di massima questa divisione era presente, i confini sono stati molto più sfumati di quanto potessi credere. Giulia ha avuto modo di affiancare come me le educatrici e io mi sono potuta cimentare come promoter durante le campagne di fundraising, ho affiancato Tatjana durante un lavoro di progettazione… Davo una mano laddove serviva. Del resto è anche questo lo spirito del servizio civile, no?

 

  • Cosa pensi che ti abbia regalato questa esperienza?

 

L: Queste esperienza mi ha concesso di esperire sulla mia pelle che per godere di qualcosa devi lasciarti andare e darti completamente ad essa. Se stai a guardare l’orologio in attesa di andar via all’ora esatta o se ti limiti a fare solo lo stretto necessario, il tempo non passerà mai e tutto acquisirà sempre una nota amara. Se invece dirigi lo sguardo sull’obiettivo che ti sei prefissato e credi in ciò che fai, non esisteranno più sacrifici né ostacoli insormontabili.

Senti sempre parlare di quanto importante sia il sacrificio in tutto ciò che fai, ma è solo dopo averlo provato davvero che queste parole acquistano senso.

 

  • Che apporto pensi di aver dato tu, invece, alla “causa”?

L: Io di mio non so quanto o se sia riuscita a contribuire effettivamente.  È capitato ad esempio che dessi una mano con la grafica di alcune locandine perchè avevo già avuto esperienze in passato, ma non mi appiglierei a nessun compito specifico! Così come i miei responsabili sono stati al mio fianco per tutto il tempo, io li ho accompagnati altrettato! Spero che tutti i sacrifici a sostegno dei big abbiano quanto meno reso più agevoli i loro sforzi. Se è così, mi ritengo già molto soddisfatta.

 

  • Hai un ricordo particolare che ti ha segnata?

L: mmmmm… forse un aneddoto c’è, anche se può sembrare stupido. A ridosso dalla fine del servizio, giusto poco tempo prima che chiudessero le scuole per la pandemia, Marianna mi ha concesso di condurre io gli ultimi incontri con il suo affiancamento.. Il tema dell’incontro era la migrazione e la scuola in cui eravamo era proprio liceo che avevo frequentato io. Guardando le ragazze dietro ai banchi, mi rivedevo tantissimo in loro. Nella conduzione dell’incontro pensavo a quanto mi sarebbe stato utile, alla loro età, poter avere quella stessa occasione di riflessione che stavo tentando di offrire loro.
Alla fine dell’incontro mi hanno fatto l’applauso.

Lo so, può sembrare sciocco! Ma vedere quegli occhi carichi di interesse, convinzione ed nergia mi ha dato al contempo una carica di speranza e un senso di appagamento e soddisfazione. Mi son detta “dai! hai visto che tutti i sacrifici sono valsi a qualcosa!”.

 

  • Se potessi parlare con la te di inizio percorso cosa le diresti? Cosa auguri, invece, a chi deve ancora iniziare il proprio anno di servizio civile?

L: Alla me di inizio percorso non direi niente… lascerei che tutto vada com’è andato. Sono molto soddisfatta di me e della mia esperienza. Quindi non mi priverei dell’opportunità di ripetere tutti gli errori che ho commesso, né di registrare i successi che ho ottenuto. In una certa misura hanno contribuito a fare di me quella che sono in questo momento. E va bene così.

A chi deve ancora cominciare, consiglio di massimizzare il coinvolgimento… Non ti ricapiterà spesso di poter vivere un’esperienza tanto travolgente e totalizzante. Sii la forma migliore del volontario che vuoi essere, perché il ricordo di quest’anno faticoso e incredibile probabilmente ti accompagnerà per sempre.